L'Italia è la patria delle piccole e medie imprese che sono il motore dell'economia.
In questo ambiente imprenditoriale non sono rare aziende di famiglia o attività gestite da marito e moglie.
La legge italiana regola il trattamento di queste imprese e impone alcune condizioni per il loro riconoscimento e degli obblighi a carico degli imprenditori.
Imprese familiari
Prima di tutto è bene dire che si definiscono imprese familiari quelle attività a cui partecipano coniugi e familiari senza tuttavia condividere la gestione con il titolare (che porrebbe i presupposti per l'esistenza di una società).
In ogni caso il lavoro continuato e non saltuario deve essere retribuito e l'ammontare dei contributi INPS pagato regolarmente dopo essersi registrati alla Gestione Separata.
Le uniche eccezioni sono le prestazioni effettuate dal coniuge, da un socio di maggioranza in una società di persone o all'interno di un'impresa a conduzione familiare.
Società tra coniugi
Rispetto a questa relazione, perchè le due parti siano ritenute fiscalmente responsabili per i guadagni ottenuti è necessario che l'Agenzia delle Entrate dimostri l'esistenza di un contratto professionale che sia distinto dall'unione civile.
La contribuzione eccezionale e saltuaria, infatti, non basta a provare un vincolo imprenditoriale.
I due coniugi devono infatti avere gli stessi poteri decisionali ed esecutivi e contribuire attivamente allo sviluppo e al funzionamento dell'attività.