Nel contesto economico attuale in cui il mercato è sempre più grande e in rapido movimento e la pressione della concorrenza più forte a seguito della globalizzazione, le aziende devono adeguarsi e aumentare il proprio raggio d'azione al di fuori dei confini nazionali.
L'Italia vanta molte PMI di eccellenza che tuttavia non dispongono delle conoscenze e/o le risorse per pianificare ed eseguire il processo di internazionalizzazione.
Secondo alcuni studi condotti da FutureBrand, l'Italia è ai vertici delle classifiche dei Made in nel mondo soprattutto in settori come lusso, cibi e bevande, moda e quello automobilistico.
Per aiutare queste imprese e facilitare l'ingresso in Paesi stranieri, sempre più aziende ricorrono alla figura del Temporary Export Manager (Tem o Export Specialist).
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Cosa fa il Temporary Export Manager?
Il Temporary Export Manager è una figura strategica introdotta da Massimo Lentsch di Co.Mark che aiuta le PMI avvalendosi di conoscenze nel campo della vendita, lingue e una mentalità aperta.
Il vantaggio per le PMI è la possibilità di condividere i costi di consulenza con le altre aziende che richiedono lo stesso servizio.
Il Temporary Export Manager, infatti, si occupa solitamente circa 10 imprese allo stesso tempo controllando i diversi processi evolutivi.
Incentivi e iniziative
A seguito del decreto Sblocca Italia, le aziende possono usufruire di un voucher di 10.000 euro per coprire le spese di consulenza di un Temporary Export Manager.
Inoltre, L'ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) ha avviato un programma di Master per formare i giovani Tem.
Infine, l'azienda di consulenza Octagona offre un servizio chiamato Smart Export Assistant che massimizza il lavoro del Temporary Export Manager.
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