Molti futuri imprenditori al momento di aprire la partita IVA si chiedono quali siano i costi da sostenere nei diversi regimi.
Un regime di particolare interesse per i piccoli imprenditori, liberi professionisti e lavoratori autonomi è il regime forfettario.
Vediamo insieme quali sono i costi e gli obblighi in regime forfettario.
Quali sono i costi che deve pagare un titolare di partita IVA?
Esistono dei costi relativi alla partita IVA che sono uguali per tutti. Tra questi il diritto camerale (nel caso in cui debba iscriverti al Registro delle Imprese), i contributi INPS, INAIL (per lavori a rischio che potrebbero causare infortuni) i bolli e l'onorario del commercialista o consulente finanziario (che varia in base al tipo e al volume di documenti e dichiarazioni che devono essere elaborati).
A questo proposito, l'anno scorso l'ACN (Associazione Nazionale Commercialisti) ha rilasciato una guida per la definizione degli onorari indicando gli importi minimi e massimi.
Per quanto riguarda l'ultimo punto, infatti, nonostante un programma per fatture costituisca un valido supporto nella gestione della tua attività non sostituisce mai il commercialista che è l'alleato di ogni libero professionista nello sviluppo della sua attività.
Gli altri costi e imposte come IRAP, IRES e IRPEF dipendono dal regime scelto.
Quali sono i costi della partita IVA in regime forfettario?
Abbiamo già parlato dei costi comuni a tutti i titolari di partita IVA. A questi si aggiungono quelli relativi al regime forfettario e alcuni obblighi che dipendono dal tuo profilo ai fini fiscali: come libero professionista o lavoratore autonomo.
L'aliquota sostitutiva delle imposte sul reddito è pari al 15% che viene ridotto al 5% per i primi 5 anni per le start up a patto di rispettare alcuni requisiti. Precisamente:
- non devi aver svolo attività nei precedenti 5 anni e la nuova attività non può essere il seguito di un'altra svolta in precedenza
- i ricavi non possono essere superiori ai limiti previsti per rientrare nel regime forfettario per startup.
Il reddito imponibile si calcola applicando delle percentuali di redditività che variano in base al codice ATECO che identifica i diversi tipi di attività.
Inoltre, tra le semplificazioni previste per chi aderisce a questo regime, non è necessario tenere scritture contabili, compilare gli studi di settore o dello spesometro riducendo notevolmente i costi che l'imprenditore deve sostenere. I compensi sono anche esenti da IVA e ritenuta d'acconto.
Infine, puoi anche richiedere una riduzione del 35% per i contributi INPS della Gestione Separata.