Durante la crisi molti imprenditori e liberi professionisti hanno avuto tempi duri e numerosi lavoratori hanno perso il posto di lavoro o hanno avuto ridotte opportunità di profitto.
Ora che l'economia si sta riprendendo, le prospettive sembrano più rosee e molte sono le persone che si sono reinventate e hanno deciso di lavorare in maniera indipendente e sviluppare le proprie idee.
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Esistono principalmente due strade per avviare una propria attività e per questo è importante decidere a che tipo di rapporto si è interessati: contratti di collaborazione o attività che necessitano dell'apertura di partita IVA.
Lavoro autonomo occasionale
I lavoratori autonomi occasionali sono tutti coloro che prestano un servizio o si impegnano per un progetto per un determinato periodo di tempo in un rapporto eccezionale non continuativo che non prevede nessun vincolo imposto dal committente.
Il lavoratore, inoltre, ha libertà di determinare i tempi e le procedure da seguire per portare a termine il compito.
Tutti i lavoratori che rientrano in questa categoria devono registrarsi alla Gestione Separata INPS nel caso in cui maturino guadagni superiori ai 5000 euro annui.
Collaboratori occasionali
Per collaborazione occasionale è intesa la prestazione di servizi o il completamento di un compito che ha la durata di 30 giorni e che non supera rendimenti di 5000 euro l'anno.
I collaboratori occasionali devono registarsi alla Gestione Separata INPS e sono equiparati ai collaboratori coordinati e continuativi.
Ditta individuale
La ditta individuale è la forma pià semplice di azienda in termini sia di adempimenti burocratici che di capitale necessario per avviarla.
Il proprietario è responsabile di attività e passività dell'azienda e, in caso di indebitamento, i creditori hanno il diritto di rifarsi sul patrimonio personale del titolare.
Per creare una ditta individuale, l'imprenditore deve aprire la partita IVA e registrarsi entro 30 giorni alla Camera di Commercio.
Impresa familiare
In un'azienda familiare il titolare viene affiancato da altri membri della famiglia (che non possono avere altre attività dipendenti, autonome o imprenditoriali) in modo continuato .
Questi membri hanno diritto agli utili (non più del 49% del totale, mentre al titolare spetta almeno il 51%) e devono essere consultati per decisioni importanti riguardanti lo sviluppo e la cessazione dell'attività.
Tuttavia, in caso di fallimento, il proprietario rimane l'unico soggetto interessato.
La creazione dell'azienda familiare avviene con un atto pubblico o scrittura privata autenticata e deve essere seguita dalla registrazione presso la Camera di Commercio di competenza.